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Crosara, crocevia e centro di produzione

Sulle tracce della Serenissima nel Vicentino

L’origine del nome di Crosara è ritenuta la traduzione medievale del quadrivium latino, in quanto la piazza del paese risulta dall’incrocio della strada armentaria, percorsa dalle greggi che salivano in Altopiano, e quella che collega San Luca e Pedalto.

Crosara panorama

Il paesaggio è quello delle colline che sovrastano Marostica e chiamate dall’abate Dal Pozzo “le coste”, dove il pendio del terreno è disegnato dalle masière, o muretti a secco, che ospitavano gli appezzamenti di terreno, chiamati banchéte. In questi terreni assolati, ma bagnati da piogge costanti, il frumento più adatto cresceva rigoglioso, ma, a differenza di quanto accadeva nella vicina Lusiana, anziché essere seminato in marzo, da cui marzuolo, veniva seminato a novembre dunque chiamato vernisso, cioè invernale.

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Dei suoi fusti flessibili si sceglievano quelli più sottili per lavorare trecce più fini e lucenti, chiamate magline, con le quali si producevano borse e cappelli raffinati e modaioli, mentre con quelli più grossi venivano prodotti borse e cappelli di uso quotidiano.

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Ora questa varietà di frumento è stata persa e non si coltiva più, ma anche il clima è mutato e probabilmente non sarebbe più possibile produrre la stessa qualità di paglia. D’altro canto il lavoro dell’intreccio a domicilio non sarebbe neppure più economicamente sostenibile per gli altissimi costi che comporterebbe la lavorazione completamente manuale, così come avveniva un tempo.

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