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Museo Casabianca

Malo
Il Museo Casabianca raccoglie la più ampia collezione di grafica esistente in un museo italiano, una esposizione permanente di opere grafiche degli anni '60/'90 del Novecento, che nasce come museo/laboratorio e che si avvia a diventare archivio, nel segno di un suo essere in continuo movimento. Il Museo è il frutto del lavoro accurato di Giobatta Meneguzzo, collezionista e curatore della raccolta, che si presenta al visitatore come un libro aperto, mostrando quanto prodotto in questi cruciali anni. La grafica, quale produzione multipla per eccellenza, rivela in questo contesto espositivo tutta la sua matrice di unicità, perché si fa testimone di occasioni, incontri, viaggi. L’esposizione permanente è integrata da un fondo deposito di un migliaio di opere grafiche, da una biblioteca d'arte di oltre 1600 volumi che comprende testi e riviste selezionati; un fondo dedicato all'opera letteraria dello scrittore maladense Luigi Meneghello completa il corpus della Casabianca.
La visita
Percorrendo le sale si ricostruisce il quadro completo degli sviluppi dell'arte di avanguardia dalla fine degli anni ’50 agli anni ‘90 in Italia e all'estero, attraverso un corpus di opere definito la più ampia collezione di grafica esposta in un museo italiano. Caratteristiche distintive dell'esposizione sono il concetto del "pieno" e l'assenza dei cartellini esplicativi, all'insegna di un approccio libero alle opere, così come libero e intuitivo ne è stato il percorso della loro raccolta. Stupisce per la quantità di opere presenti e per il numero di artisti e correnti rappresentate e per l’informazione puntuale ed efficace: oltre 1200 opere di 700 artisti, poste sulle pareti e, in parte, in contenitori a tavolo ed a leggìo, per una visione scorrevole e facile, che si configura come una lettura delle pagine di un libro aperto.
La storia
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L’apertura del Museo risale al 1978, e fu resa possibile dall’offerta dell’edificio della Casabianca, da parte della famiglia Morandi-Bonacossi, a Meneguzzo, che lo destinò interamente alla sua collezione.

Negli anni, il museo si è distinto nel panorama artistico e culturale Italiano per l’organizzazione di mostre, convegni, dibattiti, laboratori, concerti e spettacoli di alto livello, a cui si aggiungono l’autoproduzione di cataloghi, libri, quaderni, multipli e stampe, raccolti sotto il nome di “Edizioni Casabianca”.

Tutto questo ha consentito la realizzazione di un archivio di spicco per numero di documenti conservati e per importanza di contenuti.

Sulla collezione

Il collezionista ha dichiarato la sua raccolta conclusa nel 2010, inaugurando così una nuova fase del museo, il “Nuovocorso”, caratterizzata non più dall’acquisizione di nuove opere, bensì dalla salvaguardia di quelle già presenti.

La Casabianca passa così dall’essere museo-laboratorio a museo-archivio.

Le opere presenti in collezione documentano il percorso creativo artistico internazionale, partendo dalla fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60.

Queste, si ricollegano agli ultimi sviluppi dell’informale segnico e materico (Capogrossi, Turcato, Burri, Fontana), alle ricerche sulla superficie e sulla texture, sia su un versante più pittorico (Manzoni, Castellani, Accardi) sia di tipo neostrutturalista od optical (Morellet, Alviani, Uecker, Vigo, G.Colombo) fino ad espressioni decisamente optical o cinetiche (De Marco, Vasarely, Le Parc).

Alcune opere di questi autori (in primis Manzoni e Klein) introducono la complessità degli intricati sviluppi degli anni ’60.

In questi anni inizia anche quella grande rilettura e manipolazione critica del materiale della pop-art, che influenzerà seppure in varie misure sia l’arte europea che quella americana.

È il momento di un nuovo interesse per il collage, per l’assemblage, e di un complessivo rilancio di tematiche e modi di espressione neodada.

Proprio questo periodo è uno dei meglio documentati dalla Casabianca con opere di iniziatori del clima pop (Johns, Rauschenberg, Dine, Warhol, Lichtenstein, Oldenburg, Rosenquist, Indiana, Segal, D’Arcangelo tra gli americani, Hamilton, Tilson, Hockney e Jones tra gli inglesi) e di quello del Nouveau Réalisme di Pierre Restany (Klein, Christo, Rotella, Arman, Hains, Bertini, ecc.).

Non mancano gli artisti italiani degli anni ’60 sviluppatisi in questo contesto (Angeli, Schifano, Festa, Ceroli, Plessi, Vedova, Gilardi, ecc.).

Parallelamente è documentata la ricerca sulle forme primarie e sull’astrattismo radicale americano (Sol Le Witt, Morris, Ryman, Mangold da una parte, e autori come Stella, Marden, Tuttle dall’altra) che costituiva il versante più razionale e rigoroso del clima artistico attorno alla metà degli anni ’60 (con autori di varia nazionalità come Ben Vautier, Gilbert & George, Brecht, Chiari, Filliou).

Arriviamo infine ai movimenti sorti attorno al 1968, in Europa e in America, di cui ci limitiamo a citare gli indirizzi più importanti: l’Arte Povera (Anselmo, Penone, Zorio, Merz, Kounellis, Paolini, Fabro, Boetti, Calzolari, Pistoletto ed artisti di segno contrario, seppur contemporanei, come Piacentino e Nespolo); l’Arte Concettuale (Kosuth, Art Language, Venet), la Land Art e la Earth Art ed altre espressioni postminimaliste tipicamente americane ed anglosassoni (Oppenheim, Kaltenbach, Hesse, Nauman tra gli americani, Fulton e Long tra gli inglesi).

Una vasta sezione è dedicata alle ricerche che hanno utilizzato la fotografia come mezzo preferenziale in un arco di tempo che porta dalla Mec Art all’Arte Narrativa (Askevold, Beckley, Cumming, Hutchinson, Le Gac, Welch), attraverso tutte quelle ricerche di tipo analitico, descrittivo o comportamentale che hanno massicciamente caratterizzato gli anni ’70 (Parmiggiani, Patella, Vaccari, Ontani, Pisani, Zaza, Luthi, Wegman, Baldessarri), con le forti presenze del gruppo FLUXUS (Knizak, Higgings,Petterson) e dell’Azionismo viennese (Nitsch, Brus, Vostell, Muehl) e di Beuys, l’artista più emblematico della seconda metà del ‘900.

Inoltre sono presenti un’ampia rassegna della Poesia Visiva (Sarenco, De Vree, Isgrò, Damen, Miccini, Carrega) e una sezione di Architettura e Design (Rossi, Mendini, Graves, Cantafora), a cui seguono i movimenti della Transavanguardia italiana e straniera (Paladino, Chia, Clemente, Fetting, Penck, Baechler) con il graffittismo americano (Toxic, Chalfant, A-One) e le sperimentazioni degli anni ’90 (Cattelan, Arienti, Kaufmann, Galliani, Pusole, Nunzio, Mainolfi, Riello).

Una delle stanze del Museo è dedicata alla produzione letteraria dello scrittore maladense Luigi Meneghello con una cospicua raccolta di opere, scritti e studi autografi pubblicati in varie edizioni.

 

Il Museo è chiuso fino a data da destinarsi.

 

Tel. 0445 602474

E-mail: laboratoriomuseocasabianca@gmail.com

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