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Museo Etnografico sulla Lavorazione del Legno

San Vito di Leguzzano
Il Museo documenta la tradizione della lavorazione del legno e custodisce una collezione di oltre 4000 oggetti allo scopo di documentare sia l'importanza del legno nella realizzazione di attrezzi, utensili, macchinari e oggetti di uso quotidiano, che, soprattutto, la presenza di numerose botteghe artigianali di falegnameria, che sembrano deputare questo luogo a una produzione specialistica di carri e botti. In esposizione troviamo una selezione di attrezzi antichi per la lavorazione del legno a partire dagli strumenti comuni del lavoro del falegname a quelli specifici usati dai carrai e dai bottai, la cui presenza è attestata numerosa a San Vito a partire dal primo ‘400. Il Museo è ospitato nei vecchi spazi della stalla, della tezza e delle cantine del complesso di edifici quattrocenteschi di pertinenza della Villa Priorato-Gandin, ora scomparsa.
La visita
Un banco da falegname a quattro morse accoglie il visitatore nella sala principale al piano a terra, e idealmente attorno a questo tavolo da lavoro si succedono le vetrine che documentano le diverse fasi della lavorazione del legno e gli attrezzi specifici per ciascuna di esse, a partire dal taglio del bosco e il trasporto del legname alle segherie, per poi vedere la molteplicità delle tipologie di seghe e seghetti, nonché di pialle, ma anche di chiodi così come di incastri che un bravo falegname sapeva usare. Il piano superiore è riservato alla documentazione della costruzione del carro, compresa la complessa realizzazione della ruota, alla realizzazione dei gioghi e ai lavori di carpenteria in generale. Non mancano oggetti rari e curiosi realizzati in legno, quali le seggiole. Da ottobre del 2023 è stata allestita la cantina sotto la biblioteca con materiali che riguardano la viticoltura, la produzione e la conservazione del vino, il bottaio.
La storia
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Aperto al pubblico nel 1998, è il frutto di un lavoro appassionato di ricerca storica che si è sviluppato negli anni, concretizzandosi in un primo tempo in mostre fotografiche a tema, sulla storia del paese, che prosegue nel tempo grazie al lavoro costante dell’Associazione Amici del Museo. Durante queste ricerche d’archivio sono emersi documenti che attestano come a partire dal Quattrocecento e fino al secondo dopoguerra a S.Vito fosse forte la presenza di botteghe dedite alla lavorazione del legno e alla fabbricazione dei carri e del bottame.

Questi ritrovamenti hanno determinato l’indirizzo del museo e delle successive ricerche storiche.

Domenica:  dalle 15.30 alle 18.30;

altri giorni su prenotazione per gruppi e scolaresche

Chiuso a Pasqua, il mese di agosto e nelle festività natalizie.

Ingresso gratuito

Tel. 0445 519735 (Biblioteca Comunale);
Tel. 0445 671642 (Municipio)

Email: museo@comune.sanvitodileguzzano.vi.it

come raggiungerci
Servizi disponibiliWCAccesso disabili motori parzialeBookshopAudio guidaArea ristoroArea giochiArchivioParcheggioRaggiungibile con mezzi pubblici
Banco da falegname
Attorno a questo singolare banco, collocato al centro del laboratorio e provvisto di ben 4 morse, poteva operare più di un artigiano. Nel capiente cassetto sotto il piano di lavoro venivano riposti i principali arnesi.
Morsa per assemblare la ruota
La ruota, un esempio di ingegno e tecnologia, è composta di un mozzo centrale in noce, in cui è inserita la bronzina, di raggi in legno di robinia, di settori di legno circolari in gelso che sostengono il robusto cerchione in ferro. Tutte queste componenti erano assemblate con questa speciale morsa a partire dal mozzo in cui sono piantati i raggi, per finire con gli altri elementi della ruota.
Cantina
Botti di varie forme e dimensioni poggiano su robuste travi, imbottatoi lignei e metallici che permettono di travasare il vino nei contenitori, la "moscaróla" appesa, rustico frigorifero, restituiscono l'immagine della cantina di un tempo.
Daldora
La daldòra è uno strumento molto particolare con una lama rettangolare e con un manico corto che ha la particolarità di non essere in asse con la lama, in modo da non sbucciarsi le nocche quando si squadrano i tronchi. Questo attrezzo è l’emblema del museo del legno perché ci ricorda di quando anche le travi in legno venivano squadrate a mano.
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