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Museo Civico “Domenico Dal Lago”
Valdagno
Il Museo Civico “Domenico Dal Lago” ha la sua prestigiosa sede a Palazzo Festari, nel cuore di Valdagno. Il palazzo del XVIII secolo offre al museo un contesto di pregio per l’esposizione delle collezioni paleontologiche e archeologiche, ma anche un suggestivo brolo che si affaccia come un terrazzo sui rilievi circostanti. In questo spazio all’aperto trovano sede interessanti riproduzioni, quali lo scheletro di due grandi Sauri, che accolgono il moderno visitatore, l'esemplificazione delle principale tappe dell'evoluzione delle forme di vita animale e dell'uomo e una speciale piramide stratigrafica, che presenta tutte le formazioni rocciose che caratterizzano geologicamente questo territorio come di rilevante interesse di studio.
La visitaIl Museo Civico D. Dal Lago propone ai suoi visitatori un viaggio a ritroso nel tempo, alla scoperta degli antichi ambienti che hanno caratterizzato la vallata a partire da 300 milioni di anni fa e degli esseri viventi che li popolavano. Le grandi modificazioni che hanno interessato il territorio nel corso delle Ere geologiche sono rese comprensibili grazie alla presenza di tavole a colori, abbinate ad ogni vetrina, le quali riproduco i reperti esposti all'interno del loro habitat.
La sezione archeologica raccoglie e valorizza le testimonianze della lunga frequentazione da parte dell'uomo dell'Alta Valle dell'Agno, documentata dai tempi più remoti con continuità fino ad epoca medioevale e frutto di campagne di scavo che si sono succedute soprattutto negli ultimi decenni.
Il percorso museale è arricchito da video e documenti digitali e offre inoltre dei pannelli tattili e testi in braille.
La storia ChiudiIl museo ha origine dalla ricca collezione, prevalentemente di fossili, che il dottor Domenico Dal Lago donò al Comune di Valdagno nel 1929. I reperti, fossili, minerali e rocce, sono circa 13.000 e provengono quasi esclusivamente dal territorio vicentino; grazie allo studio del territorio e dei campioni ritrovati è stato ricostruito l’ambiente del passato, con le forme di vita, animali e vegetali, che lo popolavano.
La collezione, che durante la seconda Guerra Mondiale, è stata smembrata, perdendo alcuni dei pezzi presenti in origine, ha avuto da sempre, anche nella volontà del donatore, una finalità didattica.
Oltre alla collezione del Dott Dal Lago nel tempo il museo ha acquisito, e continua a farlo, nuove collezioni e /o reperti frutto non solo di ritrovamenti occasionali e recuperi di emergenza ma anche di campagne di ricognizione e scavo.
Le collezioni sono state inoltre arricchite da rinvenimenti archeologici che provengono dall’Alta Valle dell’Agno e testimoniano gli insediamenti umani in tutta la regione compresa tra i Lessini e le Piccole Dolomiti.
sabato: dalle 16.30 alle 19.00
altri giorni su prenotazione per gruppi e scolaresche
Chiuso nel mese di agosto.
Aperture straordinarie in occasione di eventi sono segnalate sul sito web del Museo www.museodallago.it e nei canali social
Pirite su calcite
Il campione è stato raccolto presso la Cava Beetocchi (San Pietro Mussolino).
Esso è costituito ad alcuni cristalli di pirite (FeS2) di colorazione simile all'oro e da cristalli di calcite (CaCO3) color bianco di forma prevalentemente romboedrica.
Ascia in bronzo ad alette con occhiello laterale
Il pezzo è databile al secolo VIII a.C ed è stato rinvenuto a Novale (Valdagno, VI)
L'ascia è costituita da una lama dal tagliente affilato e da un fusto d'innesto i cui margini sono espansi e ripiegati ad alette per poter fermare l'immanicatura che doveva essere in legno.
Il fissaggio dell'immanicatura era aiutato dall'occhiello laterale; sotto di esso, all'inizio della lama, si trova un'incisione a due V sovrapposte, forse una semplice decorazione o indicazione di valore, di proprietà, di significato anche magico/religioso.
Fibula a tenaglia
Fibula a tenaglia in bronzo trovata presso il Monte Anzin (Crespadoro, VI) e databile al II-III secolo d.C.
E' una spilla con l'arco decorato da incisioni a spina di pesce e con l'estremità a forma di tenaglia; si è ipotizzato che potesse costituire un accessorio caratteristico del costume locale.
Lessinigalathea regale
Si tratta del carapace di un crostaceo di circa 50 milioni di anni ritrovato a Monte Magrè (Schio, VI).
L'evidente bombatura sulla destra testimonia la presenza di un parassita che aveva infestato l'animale quando era in vita.
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