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Il monte Novegno e Priaforà

Sul “Letzen Berg”, l'ultimo monte, come era stato chiamato il Novegno dagli austriaci, il terreno intorno alla conca, rivela le tracce di quel tempo in cui lì hanno vissuto migliaia di uomini in armi: tracce di strade, mulattiere, piazzole per baracche, postazioni di artiglieria, resti di cimiteri di guerra; segni dell'immane opera fortificatoria e difensiva realizzata coi mezzi rudimentali.
La visita
Da qualunque parti lo si osservi, il massiccio del Novegno dà l'impressione di costituire un estremo e imponente baluardo verso la pianura vicentina, quale in effetti divenne nella prima quindicina del giugno 1916, quando il Novegno fu la chiave di volta dell'estremo schieramento italiano lungo la destra dell'Astico. L'azione si concentrò tra Passo Campedello e monte Giove, ma alla fine a spuntarla furono i fanti della 35a. Il Novegno fu l'unico contesto, sull'intero fronte, a subire ininterrottamente per tutti i quarantun mesi, le sorti di uno stato di belligeranza, divenendo teatro di alcune tra le più sanguinarie battaglie combattute durante il conflitto. L'Esercito Italiano, una volta rioccupato il Novegno, nella notte del 24 giugno 1916, realizzò importanti opere campali, che hanno previsto in particolare la dislocazione di postazioni d'artiglieria. Tappe: Malga Davanti e la Cima del Novegno, Passo Campedello, la mulattiera di Monte Priaforà, le postazioni in galleria, il bastione di Vaccaresse, Monte Rione e il Forte Rivòn.
Approfondimento

Tappe e percorso georeferenziato nella app Musei Altovicentino per Android e iOS

Durata del percorso: 4 ore circa dal parcheggio al termine della strada sterrata per il Novegno (coordinate 19/45.76052/11.31174)

Dislivello: 700 m

Difficoltà: medio-facile o T (turistico) per la scala CAI

come raggiungerci