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Il monte Civillina e la Grande Guerra

Il monte Civillina è stato fin dal Medioevo, uno dei più importanti centri minerari dell'area vicentina, ma durante la Prima Guerra Mondiale divenne strategico perché fu il perno della linea di resistenza ad oltranza, la cosiddetta seconda linea di difesa, soprattutto dopo la Spedizione di Primavera del 1916 meglio conosciuta come Strafexpedition. Il forte caposaldo di Civillina si trovava all'incrocio delle linee strategiche d'armata le cosiddette Ortogonale 1 (Campogrosso, Passo Xon, Monte Civillina, Monte Magrè, Monte Faedo, Creazzo) e l'ortogonale 2 (Monte Obante, Cima Campodavanti, Monte Spitz, Cima Bocchese, Monte Civillina, Monte Enna e Monte Novegno), quest'utima a sbarramento delle Valli dell'Agno e del Leogra.
La visita
Il monte Civillina, già prima della guerra, fu dotato per ragioni difensive di confine, di una batteria di fortezza, servita da una camionabile che partiva da Passo Zovo attraverso Castrazzano. Sulla cima, protetta da elementi di trincea utili in caso di attacco di fanteria nemica, oltre alle postazioni per i cannoni, esistevano riservette per le munizioni, una polveriera, ricoveri per gli artiglieri e per il presidio della posizione, costruito dalle compagnie n. 2 e n. 3 del 6º Reggimento Artiglieria da Fortezza. La guarnigione di Civillina usufruiva dell'acqua portata sulla sommità con un acquedotto per sollevamento da contrada Retassene. Per cause sconosciute la polveriera di Civillina esplose il 20 novembre 1915. Nel 1918 nelle baracche di Civillina erano alloggiati anche 157 uomini della 113a compagnia zappatori del Genio. Tappe: Sentiero del Sentinello, il monte Sentinello, Cima del Civillina e l'osservatorio, il rifugio Fonte Civillina.
Approfondimento

Tappe e percorso georeferenziato nella app Musei Altovicentino per Android e iOS

Durata del percorso : 4 h. da Contrada Retassene

Pendenza: 9-15%

Difficoltà: Facile, o T (turistico) della scala CAI

Periodo consigliato: tutto l’anno

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