Le grotte sono ambienti estremi
Le Grotte di Oliero sono il luogo ideale per iniziare l’esplorazione del sottosuolo e addentrarsi nelle viscere della montagna. Qui sorge il fiume Oliero, considerato tra i più corti d’Europa, visto che solo dopo 300 metri si immette nel maestoso Brenta, alimentato dalle acque del soprastante Altopiano dei Sette Comuni di origine carsica.
INFOIl Buso della Rana è la grotta più grande del Veneto, con quasi 40 km di sviluppo totale. E' molto articolata per la sua origine carsica, dovuta alle infiltrazioni dell'acqua dal sovrastante altopiano carsico del Faedo-Casaron, che defluisce nel rio Rana, che sgorga all’ingresso della grotta.
INFOLe grotte, che si possono visitare, sono tutte di origine carsica e, proprio per questa ragione, sono una diversa dall’altra! la loro forma è dovuta all’acqua, che ha eroso le rocce calcaree e ne ha disegnato la forma in un tempo lunghissimo.
Abbiamo la fortuna di potervi proporre due esempi veramente interessanti in due contesti molto diversi: le Grotte di Oliero e il Buso della Rana, accomunati dal grande fascino della vita estrema, che hanno accolto e che accolgono ancora.
Il Parco delle grotte di Oliero è un luogo incantevole e avventuroso ancor oggi, ma di certo doveva apparire ancor più affascinante a fine Settecento al giovane Alberto Parolini, figlio del proprietario di queste terre, che cominciò qui a interessarsi di speleologia e botanica, per poi lasciare a tutti noi in preziosa eredità i risultati delle sue ricerche.
Situate nella Valle del Brenta, nel comune di Valbrenta, le sorgenti dell’Oliero sono tra le risorgive carsiche più grandi d’Europa e meta turistica di interesse nazionale. Le grotte attualmente aperte al pubblico sono quattro: dalle due più in basso scaturisce il fiume Oliero (Covol dei Veci e Covol dei Siori) mentre le due superiori (Covol dei Assasini e Covol dee Soree) sono gli antichi sbocchi delle medesime sorgenti, ora asciutti.

All’interno del parco c’è un sentiero che sale tortuosamente fino a raggiungere le prime due cavità asciutte, il Covol dei Assasini ed il Covol dee Soree, sovrastati da altissime pareti rocciose sulle quali si può ammirare un ricco campionario della flora rupestre, primo fra tutti in bellezza, il raponzolo di roccia. Da lì poi si scende per raggiungere la conca tra le due grotte principali, completamente circondata dalle freschissime acque sorgive ed immersa nel verde di piante secolari. Vicinissima, si apre l’imboccatura della grotta visitabile dai turisti, chiamata Covol dei Siori o Grotta Parolini, dal nome del famoso botanico Alberto Parolini, che la esplorò nel 1822 e la rese accessibile al pubblico dal 1832. È possibile visitare questa straordinaria grotta accedendovi in barca, accompagnati dalle guide naturalistico-ambientali di Ivan Team, che ve ne illustreranno le caratteristiche fino all’imbarcadero interno ed alla sala della colata, una gigantesca cascata di stalattiti alabastrine, alta ben quattordici metri, che si intrecciano in un bizzarro gioco di forme e colori. La temperatura dell’aria all’interno della grotta è di 12°C, quella dell’acqua quasi 9°C, e tali valori si mantengono costanti per tutto l’arco dell’anno. Vi è ancora un’altra grotta, ma questa è visitabile solo dagli speleosub, che si immergono nelle sue acque cristalline, si tratta del Covol dei Veci.
Le Grotte di Oliero sono circondate da un incantevole parco naturale, dove si snoda il Sentiero Natura, un’area verde (non è presente un parco giochi attrezzato ma è uno spazio ampio in cui è possibile giocare liberamente tra bambini) ed un’area pic-nic, che danno la possibilità di trascorrere una piacevole giornata a contatto con la natura. Nella stessa struttura sono presenti inoltre il Museo di Speleologia e Carsismo A. Parolini, che presenta questo affascinante mondo sotterraneo e la storia della sua esplorazione, e il Museo delle Cartiere, che racconta di come qui un tempo l’acqua fosse utilizzata per la produzione della carta.
Tutte le notizie sul parco sono disponibili nell’app gratuita ad esso dedicata
Ai piedi dell’Altopiano di Faedo a Monte di Malo, c’è un altro esempio di eccellenza, una grotta tra le più grandi in Europa e che ci porta nelle viscere della terra: il Buso della Rana. L’Altopiano carsico del Faedo-Casaròn offre un paesaggio di grande pregio e interesse sia per gli aspetti naturalistici che geologici. Al di sotto della sua superficie si estende un incredibile labirinto di oltre 40 km di gallerie, che prende il nome di Buso della Rana. Il complesso di grotte, creato dall’erosione lenta ma inarrestabile dell’acqua, rappresenta oggi uno dei più estesi ed importanti sistemi carsici d’Italia, sito di importanza comunitaria della rete europea Natura 2000. All’interno sono stati trovati numerosi reperti, come i denti di squalo, oggi esposti al Museo Paleontologico di Priabona, che permisero di ricostruire il paleoambiente marino tipico dello stratotipo del Priaboniano (tra 34 e 37 milioni di anni fa) e la coinvolgente storia, che ha inizio qui, che riguarda l’identificazione dello Strato-tipo del Priaboniano: un gioiello di natura e scienza per visitatori da tutto il mondo, che ha dato il nome all’ultimo dei quattro periodi in cui è suddiviso l’Eocene, nell’era del Cenozoico. Da qui parte il percorso alla scoperta di questo altopiano!
Il Museo della speleologia e del carsismo ci introduce al mondo delle grotte, un paesaggio difficilmente accessibile, perché per entrare in grotta serve un’attrezzatura speciale e, se non sei accompagnato, molta, molta esperienza.
Abbiamo preparato un video corso di biospeleologia curato da Roberto Battiston, che puoi seguire sul nostro canale Youtube.