Ferro, Fuoco e Sangue: Un Viaggio Fotografico nella Memoria della Grande Guerra a Forte Maso

In un’emozionante mostra a Forte Maso, l’artista vicentino Giuliano Francesconi porta in vita la memoria della Grande Guerra in un modo mai visto prima.
“Ferro, Fuoco e Sangue” è più di una semplice esposizione; è un viaggio nella storia, un dialogo silenzioso tra passato e presente, dove oggetti inanimati diventano potenti narratori di storie dimenticate.
Cent’anni dopo la fine del primo conflitto mondiale, la nostra terra che un tempo era teatro di battaglie sanguinose restituisce frammenti di una realtà cruda e dolorosa. Francesconi, con la maestria della fotografia still life, trasforma questi reperti in opere d’arte che parlano di guerra, morte, odio e terrore.
Questa mostra non segue un ordine cronologico o di appartenenza, ma piuttosto si concentra sulla forza vitale delle immagini. Oggetti come scarpe chiodate, reticolati, fucili e maschere antigas emergono dal buio del passato. Ogni pezzo, non modificato né ritoccato, conserva la patina del tempo, diventando un simbolo potente delle atrocità e del sacrificio umano.
La mostra è un invito a riflettere sugli orrori della guerra.

Francesconi e lo storico collaboratore hanno studiato questi oggetti, trasformandoli in un medium per raccontare storie di coraggio, tenacia e sofferenza. Attraverso questi “dislecta membra” della guerra, la mostra esplora il rapporto tra l’uomo e la sua storia, il progresso tecnologico e il prezzo pagato in termini di vite umane.

“Ferro, Fuoco e Sangue” non è solo un’analisi della Prima Guerra Mondiale, ma anche un’esplorazione della modernità e delle sue contraddizioni. L’era della guerra viene presentata come un periodo di grande progresso tecnologico, che paradossalmente ha portato a una meccanizzazione dello sterminio.
Questa mostra sfida i visitatori a guardare oltre la crudeltà della guerra, offrendo un messaggio di umanità e di riflessione profonda, l’assenza di spiegazioni su ogni immagine libera l’osservatore ad interpretare ogni oggetto raffigurato a modo proprio, una visione personale delle opere. Francesconi, attraverso le sue immagini, invita a considerare se possiamo imparare dal nostro passato e se, in qualche modo, siamo ancora legati a quella “modernità”.
In “Ferro, Fuoco e Sangue”, Forte Maso non è solo un luogo di esposizione, ma diventa un ponte tra ieri e oggi, un luogo dove il passato e il presente si incontrano, offrendo lezioni vitali per il nostro futuro.