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Monte Pasubio. La Zona Sacra

Nel 1922 lo Stato italiano (Regio Decreto-Legge 29 ottobre 1922 n. 1386) riconosce la zona meridionale e centrale del Pasubio, Zona Sacra per essere stato teatro di battaglie determinanti durante la guerra. Tale area comprende il Cògolo Alto, Cima Palon, la Selletta Damaggio, il Dente Italiano e la Selletta dei denti. A quell'epoca non furono inseriti nella Zona Sacra né il Dente Austriaco, né le Sette Croci e il relativo Cocuzzolo dei Morti, ovvero zone in cui si sono registrate le maggiori perdite di uomini, sia da parte dell'esercito italiano che austriaco.
La visita
L'area è delimitata da trenta cippi di pietra bianca risalenti al 1925, ove sono incisi i nomi dei combattenti e di coloro che meritarono la Medaglia al Valore Militare e percorrere questi luoghi è prendere contatto con la memoria storica, percorrendo un vero e proprio museo all’aperto. Nel 1938, grazie all'intervento del Genio militare, viene realizzata la Strada degli Eroi, fornendo alla Zona Sacra una nuova rotabile d'accesso e un anello stradale di considerevole valore storico e turistico. È in questo frangente che vengono istallate sul monte tabelle indicatrici e risistemati i cippi danneggiati dall'incuria e dalle intemperie. Tappe: Galleria D'Havet, Strada degli Eroi e il Rifugio Papa, l'Arco Romano, Chiesetta di S. Maria del Pasubio, Sette Croci, Dente Austriaco, Dente Italiano e Cima Palon.
Approfondimento
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Tappa 1. Galleria D’Havet

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Questa galleria mette in comunicazione malga Fieno con la val Canale. L’attuale strada di Pian delle Fugazze, la galleria D’Havet e la successiva Strada degli Eroi sono state sistemate e adattate dal Genio militare su incarico del Ministero della Guerra, durante gli anni 1937-38. La galleria è stata realizzata nella seconda metà del 1916, al fine di creare un passaggio alternativo alla mulattiera di val Canale, che si presenta come un tratto molto ripido, soggetto a valanghe e slavine. La Galleria è dedicata al colonnello Giuseppe D’Havet, comandante del Genio del V° corpo d’armata, nel 1917. Stessa dedica la ritroviamo nella seconda galleria della celeberrima Strada delle 52 Gallerie.

Tappa 2. La strada degli eroi

La costruzione della Strada degli Eroi viene iniziata nel 1917 dal colonnello Giuseppe D’Havet, per realizzare un collegamento tra le Porte del Pasubio (1928 m.) e il Soglio dell’Incudine (2114 m.). Tale impresa è stata possibile grazie alla 326a compagnia zappatori, comandata dal tenente Giordano Carocari. Nel 1937 la sezione di Schio del Club Alpino Italiano e l’Ente Provinciale per il Turismo di Vicenza propongono al Genio militare, la sistemazione e la resa in sicurezza di questo tracciato: la strada viene ampliata, dotata di muretto in cemento e resa camionabile. L’appellativo “Strada degli Eroi”, deriva dalle dodici lapidi presenti sulle pareti rocciose verticali del percorso, a ricordo di coloro che sul monte Pasubio meritarono la massima ricompensa al valor militare, gli Eroi, appunto.

Tappa 3. Le Porte del Pasubio e il rifugio Papa

Alle Porte del Pasubio (m 1928) sorge il rifugio Achille Papa, dedicato al generale, comandante della brigata Liguria e guida della 44a divisione. Papa fu il generale che, per la sua straordinaria capacità, rese il Pasubio un baluardo inespugnabile. Durante il conflitto qui era presente una vera e propria città, chiamata dai combattenti “El Milanin” o piccola Milano. In questo accampamento convivevano circa un migliaio di persone all’interno di baracche di legno, in muratura e in caverne ricovero. Alcuni resti sono ancora visibili attorno al rifugio. Nel 1921 il C.A.I. di Schio realizza qui un rifugio, chiamato Pasubio, poi diventato rifugio Papa, il 2 luglio 1922. È qui che arriva anche la famosa strada delle Gallerie.

Tappa 4. L’arco romano

L’arco romano fu eretto nel 1935, al fine di ricordare il valore del Soldato Italiano. L’opera sorge al centro del perimetro che racchiude il cimitero di guerra, noto come “Di qui non si passa” nelle carte della brigata Liguria: tale luogo sacro originariamente ospitava le salme di 164 caduti, tumulate presso l’Ossario del Pasubio, nel 1928. Le lapidi, che si sono ben conservate, inizialmente sono state raccolte in una piccola caverna alla base del monumento; nel 2011 sono state riposizionate parzialmente sui terrazzamenti del cimitero.

Tappa 5. Chiesetta di Santa Maria del Pasubio

La chiesa viene retta nel 1961 per volontà di monsignor Francesco Galloni, cappellano militare del battaglione alpini Monte Suello, durante il conflitto. Di fronte al luogo sacro è presente la tomba del generale Vittorio Emanuele Rossi, comandante del battaglione alpini Monte Berico, venuto a mancare nel 1962: per volontà del defunto, la salma è stata tumulata nei luoghi in cui il suo reparto ebbe il battesimo del fuoco.

Tappa 6. Le Sette Croci

Le note Sette Croci, sono accompagnate da un recente monumento commemorativo risalente al 1988.Secondo la tradizione, nel XVI secolo, si è svolto in questo luogo, un scontro tra pastori di Posina (vicentini) e di Trambileno (trentini) per il possesso dei pascoli; tale evento portò alla morte di sette pastori (richiamo alle sette croci).

Tappa 7. Dente Austriaco

Il Dente Austriaco (2203 m.) si presenta come un roccione lungo 200 metri e largo 80. Il Dente viene occupato il 20 maggio 1916 dalla 10a Brigata di montagna austriaca e diventa subito il luogo più elevato conquistato dal nemico. Nello sperone è stata posta una targa metallica che ricorda i reparti Kaiserjäger presenti sul Pasubio. Percorrendo il Dente Austriaco verso sud, tenendosi sul lato sinistro e seguendo la possente trincea in cemento che cinge il versante orientale, si giunge alla selletta dei Denti (m 2175).

Tappa 8. Dente Italiano e Cima Palon

Il sentiero prosegue tra i giganteschi massi conseguenza dello scoppio della mina austriaca, fino ad arrivare al Dente Italiano (m 2220). I lavori strutturali, realizzati su entrambi i Denti, furono iniziati alla fine del 1916 e proseguiti fino alla conclusione della guerra. Il Dente Italiano era armato con 5 mitragliatrici, 2 bocche da fuoco d’artiglieria ed un lanciafiamme, integrate da 12 mitragliatrici appostate sulla vicina Cima Palon e sul Cògolo Alto. Percorrendo la leggera depressione nota come Selletta Damaggio (m 2200), si giunge alla Cima Palon (2232 m.), la massima elevazione del massiccio del Pasubio.

Il percorso si conclude ritornando al Rifugio Papa.

Durata del percorso: 5 ore ca. da Pian delle Fugazze. In alternativa da qui parte servizio privato di navetta.

Dislivello: 1100 metri ca.

Difficoltà: Medio- Impegnativo o E (escursionistico) della nomenclatura CAI

Periodo consigliato: dallo scioglimento della neve fino a fine settembre-inizio ottobre. Pericoloso se innevato.

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