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Giardino Jacquard

Schio
Il Giardino Jacquard è uno splendido giardino storico tardo romantico, situato in un’area di fronte all’ex Lanificio Francesco Rossi e destinata un tempo ad ospitare strutture funzionali al vicino opificio, come asciugatoi e stenditoi per i panni lana, e l’antica Tessitura Jacquard. Il nome del Giardino deriva dall'annesso teatro, dedicato a Joseph-Marie Jacquard, artigiano francese perfezionatore del telaio che da lui prese il nome e che permise di eseguire disegni complessi sui tessuti. Il Giardino rientra tra gli interventi che a partire da metà '800 caratterizzano il nuovo sviluppo urbano della città di Schio: strade, abitazioni, ma anche spazi verdi vanno a costituire un nuovo equilibrio. La realizzazione del Giardino Jacquard, così come di numerose altre opere coeve, fu affidata all'architetto Antonio Caregaro Negrin, fidato collaboratore di Alessandro Rossi.
La visita
Il Giardino ripropone gli impianti classici e paesaggistici tipici della seconda metà dell’Ottocento, rielaborati con uno stile eclettico che unisce elementi geometrici del giardino formale con libere forme paesistiche. La ricchezza di specie arboree presenti, con essenze esotiche coloratissime e disposte in modo apparentemente casuale, affiancate a piante dalla rigorosa forma geometrica, crea un armonioso incontro con gli elementi architettonici e scultorei che sorprendono il visitatore ad ogni svolta del sentiero. Questo particolare giardino offre originali e importanti testimonianze sotto il profilo dell'archeologia industriale e la sua posizione, su di un naturale e dolce pendio, offre suggestive visioni da qualunque parte lo si guardi.
La storia
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A partire dal 1860 – durante la fase di rinnovamento urbanistico della città promossa da Alessandro Rossi – si assiste anche alla sistemazione dell’area di fronte al Lanificio Francesco Rossi, trasformata in un magnifico giardino: l’architetto Antonio Caregaro Negrin (1821 – 1898) ha saputo abilmente inserire nuovi elementi a quanto già esistente nel contesto: le due case d’angolo rivolte verso l’attuale via Pasubio, la torretta ottagonale con tetto a pagoda e la cinquecentesca chiesetta di San Rocco. Un tempo la torretta chiudeva la tessitura ed era destinata a contenere i “pisciatoj”, in base alla pratica di utilizzare l’urina nel processo di lavorazione della lana per la sua forte percentuale di ammoniaca; fu trasformata poi in torre uccelliera seguendo i canoni tradizionali della villa rurale veneta.
Fin dagli inizi della loro conoscenza Alessandro Rossi e l’architetto Negrin, formatosi con i più prestigiosi maestri paesaggisti dell’ottocento, quali Giuseppe Jappelli e Francesco Bagnara, dimostrano una profonda affinità intellettuale e professionale; non a caso i due lavorarono assieme per oltre 40 anni, iniziando proprio con il Giardino Jacquard e arrivando al culmine con il Quartiere Operaio del 1872 e la riprogettazione del Duomo e della piazza antistante nel 1877 – 1879.
Nell’arco di vent’anni il Negrin, combinando esperienze stilistiche e tradizioni diverse, diede vita allo straordinario disegno del Giardino Jacquard: felicemente adattato alla particolarità orografica dell’area, ben inserito nella zona di sviluppo industriale circostante e avente notevoli funzioni ricreative per la nuova comunità di lavoratori tessili cittadini. Per essi venne infatti riadattato l’edificio che limita la parte destra del giardino, trasformato in un dopolavoro e sala teatrale capace di ospitare fino a ottocento spettatori.

Nell’estate 2017, grazie al contributo del FAI e Intesa Sanpaolo, nell’ambito del progetto “I Luoghi del Cuore”, era stata rifatta la copertura in legno del Teatro all’interno del Giardino e sono stati messi in sicurezza i 12 medaglioni in terracotta che ne decorano la facciata.
Successivamente è stata la volta delle opere a verde, dei percorsi pedonali, delle parti architettoniche del parco storico con recupero del ninfeo e delle opere relative alla cancellata sulla strada e della scultura del coccodrillo.
Durante i lavori sono stati riportati alla luce interessanti elementi che il tempo aveva sepolto: la scultura di un felino, modellata in materiale misto di laterizio e calce e la firma scavata nella roccia dell’architetto Antonio Caregaro Negrin, progettista dell’intero complesso. Con la rimozione del materiale franato è stato infine individuato il cosiddetto “ingresso B” al rifugio antiaereo della seconda guerra mondiale, scavato sotto la collina, che giunge fino all’Asilo Rossi.

Dal 09 aprile al 30 ottobre 2023:
sabato e domenica, dalle 16.00 alle 19.00

Visita guidata gratuita: sabato e domenica, ore 17.00 (ritrovo al giardino, non serve la prenotazione)

Ingresso gratuito

Ufficio Promozione del territorio, presso il Municipio con orario 9-13 da lunedì a venerdì

Tel. 0445 691285 / 0445 691301
E-mail: sviluppo.economico@comune.schio.vi.it

Sito web: www.visitschio.it

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