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Museo Archeologico dell’Alto Vicentino

Santorso
Il Museo raccoglie ed espone i reperti più interessanti risultati dagli scavi archeologici eseguiti nell’alto vicentino, con reperti che datano tra il tardo Neolitico e il basso Medioevo. Il viaggio nel tempo, che il Museo propone, invita a conoscere come si viveva in un villaggio preromano, in una “Domus” e in un accampamento militare romano, grazie alla presenza di plastici frutto della collaborazione con le scuole del territorio. Particolare rilevanza viene data alle antiche attività dell’uomo, esplicitate attraverso le riproduzioni di oggetti preistorici e di un telaio preromano per la tessitura domestica. Numerosi poi i diversi reperti provenienti sia da scavi locali che da località del territorio tra cui il villaggio di monte Corgnon nel comune di Lusiana Conco, ma anche dal Bostel di Rotzo.
La visita
Le collezioni, esposte in ordine cronologico, sono suddivise in tre sezioni: la prima offre una panoramica dei siti dell'alto vicentino (Sarcedo, Lusiana, Santorso, Schio, Piovene Rocchette, Bostel di Rotzo) dal Tardo Neolitico alla II Età del Ferro; la seconda presenta importanti reperti dell'antico villaggio di Santorso (VI-II sec. a.C.), riproponendo un itinerario ricostruttivo della “casa-laboratorio”, la sezione ospita anche la riproduzione di un telaio verticale perfettamente funzionante ad uso del visitatore; la terza sezione è dedicata all'età romana e basso-medievale con materiali della prima romanizzazione, alcuni tesoretti di monete rinvenute in un'abitazione del III secolo d.C. A Santorso, i corredi della necropoli tardo-romana di Sarcedo (IV secolo d.C.) fino ai più recenti materiai medievali provenienti da Grotta Bocca Lorenza.
La storia
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Il museo venne inaugurato nel 1995, a seguito degli scavi dell’area PEEP di Santorso, dove una campagna di scavi durata quasi dieci anni ha permesso di scoprire una delle più interessanti aree insediative della seconda età del ferro nel Veneto.

Nel 1985 era stata inaugurata la prima “mostra archeologica didattica” alle scuole elementari del Timonchio- Santorso, che coinvolgeva i ragazzi alle scoperte che in quegli anni si stavano facendo nella zona.

Il Museo nasce come centro di studi dell’Alto Vicentino, un distretto che ha origini lontane. Basti pensare che per quanto riguarda la seconda età del ferro (VI-I sec. a.C.) si parla di “cultura di Magrè” per indicare le aree pedecollinari e collinari che si estendono da Trissino fino all’Altopiano di Asiago.

Una cultura che si contraddistingue per la tipologia dei reperti, e per l’uso di un unico tipo di scrittura, conosciuta come “alfabeto retico di Magrè”, per un uniforme modello insediativo e per un’economia basata principalmente sull’agricoltura, ma che vede anche il fiorire di attività artigianali, tessitura e metallurgia, finalizzate al commercio.

Il Museo, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, è impegnato in attività di ricerca volte alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio archeologico locale. Tra i progetti più importanti, gli scavi sul Monte Summano e lo studio degli strumenti di tessitura di età preromana e romana.

Le attività del museo sono curate da un archeologo e svolte dagli operatori del museo e dal Gruppo Archeologico dell’Alto Vicentino.

Domenica: dalle 15.00 alle 18.00

Apertura su richiesta dal lunedì al sabato: dalle 8.00 alle 13.00

Tel. 0445 649570 (Biblioteca)

Tel. 0445 649 518 (Ufficio Cultura)

E-mail: segreteriadidattica@podererossi.it

come raggiungerci
Servizi disponibiliWCAccesso disabili motori totaleSala conferenzeRaggiungibile con mezzi pubbliciParcheggioBookshopPercorsi per bambiniAudio guida
Resti di vasi a bocca quadrata
I vasi a bocca quadrilobata semplice, cioè con l’apertura superiore a forma di quadrato, sono oggetti che caratterizzano quella che è stata definita la “cultura dei vasi a bocca quadrata”, diffusa in Italia settentrionale durante il quinto millennio a.C. nel Neolitico medio. Quelli recuperati nella grotta di Bocca Lorenza a Santorso presentano decorazioni a tacche o a spina di pesce e piccole anse. In base alle decorazioni sono state individuate tre diverse fasi: quella di stile geometrico-lineare (prima metà del IV millennio a.C.), quella meandro-spiralico (metà del IV millennio a.C.), e quella a incisioni e impressioni (seconda metà del IV millennio a.C.), a cui possiamo ricondurre gli esempi conservati presso il Museo Archeologico dell’Alto Vicentino di Santorso.
Presa di vaso antropomorfa
Si tratta di una piccola testa maschile modellata a rilievo, caratterizzata da un volto ovale con mento prominente e labbra sottili, ben disegnate; il naso è affilato con narici incavate e gli occhi a mandorla, mentre l’arco sopraccigliare è smussato; le orecchie hanno un padiglione emisferico marcato; sul capo sembra indossare una benda o un copricapo a calotta. Le superfici sono ben lisciate e presentano tracce di colore rosso. Certamente apparteneva a un vaso di grandi dimensioni di uso non semplicemente domestico, di cui costituiva un ornamento o forse sostituiva una presa. I confronti con raffigurazioni analoghe esistono su vasi di bronzo, più raramente su ceramica e sono provenienti da regioni dell'Europa centro-orientale. Il suo ritrovamento è avvenuto in occasione della realizzazione dell’area PEEP di Santorso, in quella che poi è stata definita la “Casa Laboratorio”. È databile al IV secolo a C. e ora si trova esposta al Museo Archeologico dell’Alto Vicentino di Santorso.
Statuine votive
Queste statuine in bronzo sono appartenute a una collezione privata e si suppone provengano dalla cima del monte Summano. I bronzetti, con finalità votiva, rappresentano Ercole sia in pose di combattimento che fermo. Di fattezza simile anche una figura di sacerdote, ritrovato però a Villa Donà di Santorso. Le statuine votive, che venivano deposte nei santuari, sono interpretate come forme di offerte fatte per propiziarsi i favori delle divinità. Da quanto finora emerso si può ipotizzare che il monte Summano sia stato un luogo di culto per le numerose tracce anche stratificate che rimandano anche a una tradizione orale. Ora queste statuine sono esposte presso il Museo Archeologico dell’Alto Vicentino di Santorso.
Reperti Necropoli Romana
Moneta
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