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Parco e Villa Rossi

Santorso
La villa Rossi e l’annesso parco sono stati progettati come parte integrante del Podere Modello, una tenuta agricola che comprendeva, oltre alla campagna, un edificio per la trasformazione dei prodotti agricoli e altre abitazioni destinate ai dirigenti dell’azienda: qui venivano sperimentati i più avanzati sistemi di produzione agricola che si stavano diffondendo a fine ‘800. La collocazione sulle pendici del monte Summano riserva alla villa la parte più alta e dominante, al parco quella ancora scoscesa rendendo particolarmente piacevole il sostarvi, mentre il podere occupa ormai la pianura. Questo complesso costituisce un singolare episodio della storia dell’architettura veneta del secondo ottocento ed è frutto della consolidata collaborazione tra l’industriale scledense Alessandro Rossi e l’architetto vicentino Antonio Caregaro Negrin.
La visita
Il parco di villa Rossi ha una superficie complessiva 4.42.11 ettari, suddivisa in 38.724 mq. di superficie verde e di 5487 mq. di superficie occupata da edifici e piazzali. Il parco, dal punto di vista botanico è composito e tipico dell’epoca storica in cui è stato realizzato, ovvero di un momento in cui, il travolgente progresso dei mezzi di trasporto e di comunicazione, gli scambi commerciali, la circolazione di uomini e idee, favorì enormemente anche l’importazione e la diffusione di piante esotiche. Il parco è diviso in due zone denominate delle “Rive” e del “Laghetto”, separate dalla strada che porta in località Lesina.
La storia
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Nel 1862 Alessandro Rossi aveva iniziato l’ampliamento della sua azienda tessile che avrebbe avuto tra il 1870 e il 1880 il massimo sviluppo con la creazione dei quartieri operai di Schio e di Piovene-Rocchette. Il 28 Marzo 1865 il Rossi acquistò dalla famiglia Prosdocimi l’antica villa Bonifacio-Velo di Santorso con l’annessa chiesetta di Santo Spirito e gran parte dei terreni circostanti per farne un’oasi di pace per la sua famiglia e per creare un “Podere Modello “ con i più avanzati sistemi di produzione agricola.

Ad attuare il vasto complesso della villa e del podere modello l’architetto Antonio Caregaro Negrin rimane impegnato per circa vent’anni (1865-1884) dispiegando in originali architetture il suo linguaggio eclettico.

Il Caregaro-Negrin impiegò con estrema disinvoltura gli elementi della tradizione classica insieme a quelli ottocenteschi: il doppio ordine delle quattro lesene tuscaniche e corinzie del corpo centrale della facciata è sottolineato dall’alta fascia decorativa disegnata a putti e fiori stilizzati e dall’elegante balcone in ghisa sostenuto da mensole in pietra poggianti su busti d’angelo.

Nel riformare la parte rustica, il Caregaro – Negrin conservò la struttura della barchessa, rafforzò la base delle colonne tuscaniche d’ordine gigante, fece affrescare in stile pompeiano la parete di fondo e vi collocò una serie di busti di illustri personaggi.

La profusione degli ornati e l’eleganza delle linee architettoniche della maestosa villa, si traduce anche nelle sale interne che conservano per lo più l’aspetto ottocentesco. La grande sala di ricevimento del pianterreno è decorata in stile pompeiano con il grandioso affresco del Busato rappresentante Andromaca che riceve le spoglie di Ettore; la sala-biblioteca conserva il prezioso pavimento in marmo e lapislazzuli dell’Esquilino di Roma .

Ai piani superiori, un tempo riservati alle camere della fam. Rossi e degli ospiti illustri, si sale per mezzo di un’elegante scala che immette in un arioso atrio pavimentato con marmo a riquadri bianchi e neri nel quale è incisa la data d’inizio della ricostruzione della villa.

Chiesa S. Spirito

Nel lato ovest dell’edificio si apre il viale degli antichi cipressi che porta al secentesco tempietto di Santo Spirito riformato dal Caregaro – Negrin nel 1866 in stile lombardo – bizantino.

Il Parco delle Rive

La parte superiore detta “delle Rive”, era destinata ad un uso agricolo, a servizio della sottostante villa, con presenza però di elementi di tipo scenografico e paesaggistico.

Il Parco del Laghetto

La parte inferiore detta “del Laghetto” conservata in maniera migliore rispetto alla precedente, è quella che maggiormente presenta aspetti legati al “giardino paesista” quale era inteso sul finire del XIX secolo e nella quale si possono tuttora ammirare; vialetti sinuosi, architetture rustiche, imitazioni archeologiche, giochi d’acqua, laghetti, spazi erbosi e masse arboree che permettono di creare un insieme pittoresco e vario.

Esso è circondato da una serie imponente di piante secolari, tra cui il Pino himalajano dal particolare portamento, alcuni cipressi del Portogallo e soprattutto i maestosi Tassodi, con le caratteristiche radici aeree.

La Casa del Custode

Situata all’angolo sud est del parco del Laghetto, vi si accede da via S. Maria; essa era la dimora dei custodi del parco e della villa; costruita in stile liberty è affiancata dagli edifici delle stalle e delle serre.

Recentemente restaurata dai comuni di Schio e Santorso è oggi sede del Laboratorio Ambientale Provinciale (LAP) dell’ARPAV e della Cooperativa di Promozione ambientale Ecotopia. All’interno un’elegante sala attrezzata per convegni e conferenze.

In questo periodo il parco è chiuso perché interessato da attività di restauro finanziato con PNRR

Tel. 0445 649570 (Biblioteca)

Sito web: www.parcorossi.it

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