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Dai panni bassi ai panni alti, una storia di successi

Sulle tracce della Serenissima nel Vicentino

Nicolò Tron portò a Schio importanti innovazioni tecniche e organizzative, che ha lasciato poi in eredità a chi ha voluto proseguire nella direzione dello sviluppo dell’industria. Ma prima di tutto ha portato il modello della fabbrica, dato che fino a quel momento gran parte delle lavorazioni erano svolte a domicilio.

Medaglione_di_Nicolò_Tron. Ph Andrea Tessaro

Il Tron invece, sulla scorta dell’esperienza europea, accentrò in un solo luogo più fasi della lavorazione, ottenendo un maggiore controllo della produzione e allo stesso tempo il miglioramento della qualità dei panni prodotti.

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Con lui prende avvio dunque il processo di industrializzazione, di cui restano rilevanti tracce nel paesaggio urbano e non, che non dobbiamo ricercare solo nei pressi delle ciminiere.

Un esempio emblematico è il Palazzo Fogazzaro, abitazione e contemporaneamente fabbrica dell’omonima famiglia imprenditrice, poi sede della Regia Pretura, come documenta questa cartolina.

CartolinaFogazzaro 1910 – Copia

L’architettura del palazzo riprende lo stile delle ville palladiane, sia nella facciata con timpano e colonne sia nelle barchesse, le ali laterali che definiscono il cortile, nelle quali originariamente erano ospitate le lavorazioni della lana e poi, quando prevalsero le attività commerciali, usate come magazzini; all’interno le pareti e i soffitti affrescati ci riconducono a un contesto colto e ricercato.

Fogazzaro Alberta Tupini

Il Palazzo ha avuto poi altre destinazioni d’uso e oggi è la sede del Museo Civico, dove sono esposte tre tele di Luis Dorigny, che possono raccontarci una storia davvero speciale, che si intreccia a quella di Nicolò Tron.

Quale storia lega il pittore francese Luis Dorigny e il nostro Nicolò Tron?

Louis Dorigny è un pittore francese che viene a lavorare nei territori della Serenissima, come ci dicono alcuni documenti, già dagli anni ‘70 del Seicento: abitò a Verona lavorando per la nobiltà locale e veneziana. E a Venezia nel 1700 ricevette dal patrizio Andrea Tron l’incarico per la decorazione del nuovo salone da ballo nel palazzo di famiglia di San Stae.
Il soffitto venne decorato con un trionfo di Ercole al termine delle 12 fatiche e 10 soprapporte e i soprabalconi furono adornati da dipinti ovali di altrettante virtù. Il programma della decorazione probabilmente fu un omaggio al primogenito Niccolò Tron, allora quindicenne, che si stava preparando a partire per il Collegio dei Nobili di Parma, dove come un novello Ercole avrebbe acquisito le virtù per ben governare se stesso e il mondo.
Le allegorie collocate su fondo d’oro presentano una figura accompagnata da un animale che ci torna utile per identificare il soggetto, presentano la stessa impostazione prospettica, che tiene conto della visione dal basso cui erano destinati e mostrano l’abilità dell’artista.
Dopo vicende in parte ancora oscure, tre di queste opere sono state lasciate al Comune di Schio da Alessandra Panciera, l’ultima erede e amministratrice della ditta Caolino Panciera. I tre ovali rappresentano: l’Allegoria dell’eloquenza, caratterizzata dalla presenza di un pappagallo dal piumaggio rosso e verde, l’Allegoria della Pudicizia accompagnata da due testuggini, mentre la terza Allegoria della Fedeltà è affiancata da un levriero accovacciato.
Ora queste opere sono esposte sullo scalone del palazzo, in modo da poter rispettare la corretta prospettiva, che prevede una visione dal basso, e ci permettono di riconnettere il contesto culturale e familiare in cui Tron si è formato con la città dove invece ha lasciato un’eredità imprenditoriale. Anche la ditta Caolino Pancera fa parte di questo nostro racconto e la incontreremo tra non molto.