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Gli zattieri e la fluitazione del legname fino a Venezia

Sulle tracce della Serenissima nel Vicentino

Da sempre gli zattieri più famosi sono quelli di Valstagna, borgo sorto sulle rive del Brenta nel tratto in cui il torrente Frenzela si immette nel fiume e vicino a dove arriva la famosa Calà del Sasso, la via di 4444 scalini costruita per far scendere il legname dall’Altopiano dei Sette Comuni. Insomma qui arrivava gran parte dei fusti tagliati sull’Altopiano e destinati alla vendita in tronchi per la carpenteria o in tavole per altri lavori, e pertanto convogliati ai cantieri o alle segherie, dove erano richiesti. Tra ‘500 e ‘700 Valstagna diventa così la piazza in cui si radunano le merci pronte a solcare le acque del fiume Brenta per arrivare nei mercati delle città più importanti della pianura: Padova dapprima e poi impiegando altre imbarcazioni le merci proseguivano fino a Venezia.
Il trasporto del legname avveniva con fluitazione libera fino ai piedi dei monti, ma poi, in un fiume con una portata importante come la Brenta, il suo trasporto richiedeva una fluitazione legata perché i tronchi non sarebbero più stati governabili se fluttuavano liberi, quindi si riprese l’antica consuetudine di legarli assieme a formare delle zattere.
Le zattere venivano costruite da personale specializzato e addetto a questo scopo. I tronchi, tutti molto simili per diametro e dalla lunghezza di poco più di 4 metri, venivano forati alle estremità e attraverso questi fori venivano fatti passare i polloni di nocciuolo duttili e resistenti che tenevano assieme i tronchi durante il tragitto sul fiume. Ogni zattera era composta da 18 – 20 tronchi e veniva costruita sui piazzali di deposito e poi fatta scivolare in acqua con l’aiuto di uno strumento appuntito e uncinato, detto sapìn.
In realtà le zattere erano formate da più blocchi, da 3 fino a 5, legati assieme e guidati con somma maestria dagli zattieri.
Come per la maggior parte dei mestieri anche gli zattieri erano organizzati in confraternita. Dai registri sappiamo che nel 1640 erano attivi 18 zattieri a Valstagna e 14 a Oliero. Le zattere diventavano inoltre mezzo di trasporto di altre merci che venivano prodotte qui e destinate alla pianura, tra queste il carbone di legna e i formaggi dell’Altopiano, ma anche cuoio, lane e tutto quanto era prodotto in montagna e poteva essere venduto. Attualmente a Valstagna ogni anno si tiene il tradizionale ‘Palio delle Zattere’ dove si sfidano lungo le acque del Fiume Brenta le nove contrade per mantenere vivo il ricordo di queste maestranze. Per questo suo valore storico-culturale, Valstagna ha acquisito il 12 giugno 2005 il titolo internazionale di “Paese delle Zattere”.
Fare lo zattiere era un mestiere pericoloso sia perché la navigazione sul fiume poteva riservare sorprese, ma anche perché una volta consegnato il carico gli zattieri tornavano a piedi portando con loro l’incasso in denaro e potevano essere vittima di briganti, che li attendevano per derubarli, per questo si organizzavano e facevano i trasporti in piccoli gruppi.