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Da cavatori a imprenditori

Sulle tracce della Serenissima nel Vicentino

A fine Ottocento, l’intero processo, dallo scavo alla lavorazione del materiale avveniva nel territorio di Schio in modo artigianale e con strumenti arcaici.
E l’artigianalità del processo produttivo, l’elevata frammentazione e le poche risorse economiche dei singoli non consentivano di far fronte alla crescente domanda e alla concorrenza dei produttori europei, che possedevano giacimenti di maggior qualità.

giunzione fronte 1-2

Il passaggio da una produzione familiare a una industriale avvenne grazie all’iniziativa imprenditoriale e al patrimonio finanziario della famiglia Panciera di Schio già attiva nell’estrazione delle terre bianche e proprietaria di diverse miniere nella zona del Tretto.
Fu allora istituito un consorzio con lo scopo di raggruppare i maggiori produttori e nacque così nel 1908 la “Società Anonima Caolino Panciera C.”, la quale assorbirà molti dei piccoli produttori per divenire la più importante impresa di coltivazione di argilla del territorio italiano per molti decenni.

05_Eredità Panciera

La Società avviò un processo di concentrazione della lavorazioni in due satbilimenti e contemporaneamente realizzò un radicale ammodernamento degli impianti.
È così che già all’inizio degli anni Venti del Novecento, la produzione che prima si otteneva con 3 mesi di lavoro, ora richiede solo 3-4 giorni.

Stabil_ovest

Negli anni Trenta la Società Panciera ha il monopolio totale delle cave e della produzione di caolino nel vicentino, acquistando anche i siti di estrazione dell’area di Torrebelvicino.
L’attività di produzione di pani di argilla bianca rimarrà concorrenziale fino agli anni ‘60, quando inizierà un lento declino che porterà alla chiusura dell’ultima attività estrattiva del Distretto minerario di Schio nel 1980.